The Open Championship

Finalmente “The Open”, che come Wimbledon che viene chiamato “The Championship”, sono l’essenza pura dello Sport, il massimo che si possa immaginare.

I British sono furbi e bravi, concentrano i loro più importanti eventi sportivi nel mese di Luglio, l’unico dell’anno con un clima decente e trasmettono tutto il loro amore per le tradizioni e la storia in eventi unici al mondo.Quest’anno si torna a St. Andrews, da dove tutto è cominciato nel 1764, lo sport dell’era moderna più antico al mondo celebra il campo più insignificante (golfisticamente parlando) di tutto il circuito mondiale. I puristi si inorridiranno, ma come, definisci St. Andrews insignificante? Ebbene si, provate a paragonarlo a Pebble Beach, Augusta, the Blue Monster (che non vogliono che si nomini perché è di Trump)  e ad altri Links come Carnoustie, Murfield e Tumberry (anche questo di Trump) e allora trovate la risposta.

Ma tutto questo è superato dalla storia e tradizione che si respira entrando in questa cittadina della Scozia, famosa anche per l’Università del Principe William, dove in mezzo ai Campioni che giocano, si incontrano le mamme con le carrozzine e i vecchietti in passeggiata di salute, tutto nel pieno stile Scozzese. Qui hanno vinto i grandi come Jack Nicklaus e Tiger Woods che su questo campetto hanno trionfato due volte. Nicklaus, in questi giorni a St.Andrews per il 150° ha detto una frase che esprime perfettamente il significato di una vittoria a St. Andrews: “Nel Golf se vuoi essere ricordato, devi vincere almeno una volta a St. Andrews”.

Su questa frase di Nickalus però incombe un tragico evento: l’ultimo vincitore nel 2015 è stato Zach Johnson, futuro capitano Yankee della Ryder di Roma l’anno prossimo, ma soprattutto la persona più antipatica del golf mondiale, la sua presupponenza e spocchia sono invincibili e batterlo nel Settembre 2023 sarebbe impareggiabile, quindi se oggi si dovesse rompere una gamba cadendo dalle scale mentre va al tee della 1, non dirò “poverino”.  Tiger ci torna, dopo una programmazione metodica dovuta alle sue precarie condizioni fisiche e all’età, ma sebbene non l’abbia mai amato e anche un po’ detestato nella sua carriera straordinaria, mi sarebbe piaciuto un suo bel risultato, ma il suo 78 di ieri, ne compromette ogni velleità.

L’altro che avrà il mio tifo è Rory, altro giocatore che, al pari di Tiger, ho detestato, ma che una sua vittoria a St. Andrews sarebbe la ciliegina sulla torta di un’altra carriera straordinaria. Rory è in pool position grazie ad un 66 giocato al mattino quando il campo è più giocabile, vediamo se nel pomeriggio di oggi, manterrà le buone premesse.Perché questo mio cambio di rotta? Un motivo c’è e si chiama LIV, il Circuito miliardario degli Arabi che non premia chi vince, ma da tanti soldi a tutti, anche all’ultimo. Hanno detto giustamente Tiger e Rory, ma che ti alleni a fare se i soldi sono già garantiti anche se fai 100……

Questa loro presa di posizione ha modificato la mia opinione sui due grandi Campioni, loro sono veri sportivi e se non passano il taglio e non prendono una sterlina, è giusto così e se lo sono meritato, quindi una vittoria di uno dei due deve essere celebrata al massimo dello splendore dello Sport.Tiger, Rory, Roger, Rafa, Nole……questi sono i veri sportivi che faticano per vincere, perché lo sport oltre al talento è fatica, un mix imprescindibile per arrivare alla Gloria.

Progetto senza titolo (2)

Autore: Michele Pani

Dopo 35 anni di management alberghiero e 47 anni di Golf , aiuto aziende, imprenditori e manager ad affermarsi e ottenere i risultati prefissati.

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